12/04/2010

LA MINIGONNA










DI RAFAEL NAVIO
Un indumento può passare inosservato, come qualsiasi oggetto accessorio della nostra vita, ma ci fu qualcuno, molto tempo fa che, con uno di esso, diede uno scossone al mondo.

L’idea le venne una sera, ballando alla taverna del Savoy, a Londra: «Vidi le ragazze con la sottana sotto al ginocchio fare una fatica terribile a tenersi in piedi con quel ritmo forsennato…», quindi, decise semplicemente di accorciarla, perché potessero muoversi liberamente e mostrare, se le avevano, le belle gambe. Mary Quant porta al successo la minigonna offrendo alle donne un’occasione per emanciparsi. Il mondo cambia, la vita cambia, i puritani vengono zittiti e la libertà sembra conquistare davvero lo spazio che le spetta. Nei fatti e nel pensiero. Inizia tutto negli anni 60’, e adesso prepariamoci a un anno all’insegna della minigonna. Ma dire che la mini torna alla grande non basta... bisogna sapere come portarla.

Quanto deve essere mini? La minigonna è corta per definizione. La sportività, l’energia e la forza, senza abbandonare la femminilità? Una minigonna super corta è sexy e femminile. La minigonna più semplice da indossare è fatta di materiali leggeri che la facciano cadere bene, senza invadere lo spirito femminile.

Con che cosa si può abbinare? La regola base è la semplicità, infatti la minigonna non è uno dei capi più facili da abbinare. Con quali scarpe? Si ha come sempre una vasta gamma di scelta, tra stivali molto alti dai materiali morbidi oppure scarpe sportive (adesso è il momento della ballerine) e sempre la classica scarpa con tacco alto, mai tramontata nonostante le mode.

La nostra risposta è: tutto è permesso, tutto è possibile.... la cosa più importante è sentirsi bene con quello che si indossa. Perché la minigonna è l’indumento più amato di tutti i tempi. Lo rivela un sondaggio dei grandi magazzini inglesi Harvey Nichols. Il capo più amato di tutti i tempi? La minigonna. Al secondo posto i jeans, poi il vestitino nero. Il più odiato la tuta da ginnastica di poliestere, poi scaldamuscoli e fuseaux.

È la minigonna l’indumento più amato di tutti i tempi. Almeno secondo i 3500 inglesi interpellati nel sondaggio della catena britannica di grandi magazzini Harvey Nichols. Creata originariamente nel 1962 dallo stilista francese André Courrèges e accorciata vertiginosamente un anno dopo dalla designer britannica Mary Quant che ne fece il capo simbolo degli anni Sessanta, la minigonna è il più rivoluzionario e ironico indumento della storia dell’abbigliamento: supera nel gradimento persino articoli sacri del guardaroba d’ogni donna come i jeans, le scarpe ed il versatile vestitino nero.

Gli stilisti hanno decretato, senza possibilità d’appello, che sarà la stagione della minigonna e degli shorts. Gambe in evidenza. Ma più che un indumento la minigonna è uno stato del cambiamento delle cose, la modernità che si stava affacciando alla fine del novecento, anche se poi le aspettative sono state tradite. Passato e futuro, un giorno senza tramonto.

Per questo Mary Quant, per la sua campagna pubblicitaria ingaggiò una ragazza che sembra apposta nata per indossare la minigonna: Twiggy. Il suo vero nome era Leslie Hornby, ma la chiamavano Twiggy, che vuol dire «ramoscello», e prima ancora «grissino».

Dopo quella foto tutta la sua vita cambiò, come del resto le altre di tutte le sue coetanee. Era appena un’adolescente e faceva l’aiutante di un parrucchiere. Il primo contratto glielo fece una rivista, «Woman’s Mirror», a nove sterline la settimana, e subito il «Daily Express» la promosse «volto dell’anno». A 16 anni modella famosa, a 19 interprete di un film di Ken Russell e attrice di reputazione mondiale, a 20 miliardaria. Qualcuno la battezzò «il fenomeno del secolo». Niente seno, fianchi, sedere, eppure piaceva e tanto. Costrinse alla fame le signorine di mezzo mondo, che si tagliavano i capelli alla Twiggy, si truccavano alla Twiggy, si vestivano alla Twiggy. Certo, gli Anni 60 appaiono infinitamente lontani.

Qualcosa con un pezzo di stoffa è cambiato, più di quanto abbia fatto una guerra o una rivoluzione. Anche se di una vera rivoluzione si è trattato: quella della minigonna che ha aperto la strada all’emancipazione femminile.

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